La mia valvola

Nella vita si hanno poche occasioni per scegliere e per sentirsi liberi, e io qui voglio essere libero.

lunedì 4 giugno 2012

Clerico-fascismo


Dopo aver letto una dichiarazione di Benedetto XVI a Milano, ho deciso di scrivere qualcosa su un tema che ho casualmente approfondito in questi giorni, e cioè il legame tra fascismo e Chiesa cattolica.
Quando Mussolini nel 1919 fondò i “Fasci di combattimento” era totalmente lontano dalle posizioni della Chiesa, era infatti un ateo e anticlericale. Disprezzava i dogmi religiosi, e definì addirittura Dio “un parto dell'ignoranza”!
Tutto ciò venne rinnegato da Mussolini il 21 Giugno del 1921 in un discorso dove disse cose di questo tipo: <<Ricordo ai popolari che nella storia del fascismo non vi sono invasioni di chiese, e non c'è nemmeno l'assassinio di quel frate Angelico Galassi, finito a revolverate ai piedi di un altare. Vi confesso che c'è qualche legnata (commenti) e che c'è un incendio sacrosanto di un giornale, che aveva definito il fascismo una associazione a delinquere. (Commenti, interruzioni al centro, rumori). Il fascismo non predica e non pratica l'anticlericalismo. Il fascismo, anche questo si può dire, non è legato alla massoneria, la quale in realtà non merita gli spaventi da cui sembrano pervasi taluni del Partito Popolare. Per me la massoneria è un enorme paravento dietro al quale generalmente vi sono piccole cose e piccoli uomini. (Commenti, si ride). Ma veniamo ai problemi concreti. Qui è stato accennato al problema del divorzio. Io, in fondo in fondo, non sono un divorzista, poiché ritengo che i problemi di ordine sentimentale non si possono risolvere con formule giuridiche; ma prego i popolari di riflettere se sia giusto che i ricchi possano divorziare, andando in Ungheria, e che i poveri diavoli siano costretti qualche volta a portare una catena per tutta la vita. Siamo d'accordo con i popolari per quel che riguarda la libertà della scuola; siamo molto vicini ad essi per quel che riguarda il problema agrario, per il quale noi pensiamo che, dove la piccola proprietà esiste, è inutile sabotarla, che dove è possibile crearla, è giusto crearla, che dove non è giusto crearla perché sarebbe antiproduttiva, allora si possono adottare forme diverse, non esclusa la cooperazione più o meno collettivista. Siamo d'accordo per quel che riguarda il decentramento amministrativo, con le dovute cautele: purché non si parli di federalismo e di autonomismo, perché dal federalismo regionale si andrebbe a finire al federalismo provinciale e così via di seguito, per una catena infinita, l'Italia ritornerebbe a quella che era un secolo fa.>> oppure <<Se, come diceva Mommsen, venticinque o trenta anni fa, non si resta a Roma senza una idea universale, io penso e affermo che l'unica idea universale che oggi esista a Roma, è quella che si irradia dal Vaticano. Sono molto inquieto quando vedo che si formano delle Chiese nazionali, perché penso che sono milioni e milioni di uomini, che non guardano più all'Italia e a Roma. Ragione per cui io avanzo questa ipotesi; penso anzi che, se il Vaticano rinunzia definitivamente ai suoi sogni temporalistici - e credo che sia già su questa strada - l'Italia, profana o laica, dovrebbe fornire al Vaticano gli aiuti materiali, le agevolazioni materiali per scuole, chiese, ospedali o altro, che una potenza profana ha a sua disposizione. Perché lo sviluppo del cattolicismo nel mondo, l'aumento dei quattrocento milioni di uomini, che in tutte le parti della terra guardano a Roma, è di un interesse e di un orgoglio anche per noi che siamo italiani.>>
Dopo questo discorso l'allora cardinale Ratti, futuro Pio XI, eclamò che Mussolini <<fa rapidi progressi, e con la sua forza elementare abbatterà tutto ciò che gli sbarra la strada.Mussolini è un uomo meraviglioso , un neoconvertito>>

In effetti il feeling tra Pio XI e Mussolini sarà una caratteristica di tutto il rapporto tra fascismo e Chiesa cattolica, e il quale fu percepito da Mussolini in anticipo il quale dichiarò che con Pio XI i rapporti tra Italia e Vaticano sarebbero migliorati.
Pio XI sembrava apprezzare molto infatti se non il fascismo per lo meno il suo capo, che venne definito più e più volte “uomo della provvidenza”, e di cui apprezzava molto il militarismo, tanto da inaugurare la tradizione per la quale le truppe di stanza a Roma passano dal papa che li riceve e celebra una messa per loro. Lo stesso Pio XI disse che Mussolini aveva “portato pace e vantaggi a questo paese (Italia)” . E' lecito però domandarsi se i “vantaggi” che intendeva Pio XI fossero realmente per l'Italia , e se non fossero soltanto la soluzione dell'annosa <<Questione romana>> sorta dopo il 1870 , risolta attraverso crocifissi negli edifici pubblici, aumenti delle sovvenzioni per l'edilizia ecclesiastica,dono della biblioteca di Palazzo Chigi alla chiesa, parificazione della scuola cattolica con quella pubblica e altri provvedimenti simili non ultimo il risanamento con 1,5 miliardi di lire dell'epoca, una cifra spropositata,del Banco di Roma al quale la chiesa era legata per più motivi.
Ciò che Mussolini però voleva in cambio non erano le lodi cattoliche che comunque provennero da ogni parte, persino dagli USA, ma la dittatura che fu regalata al “Duce” attraverso il ritiro del Partito Popolare, che contava all'epoca circa il 30% dei voti.
Ciò avvenne in occasione della proposta di una legge elettorale che dava un premio di maggioranza dei 2/3 del parlamento alla maggioranza relativa (purchè superiore al 25%), alla quale si opposero Sturzo e i suoi circa 100 deputati , al quale però fu ordinato, proprio in questa occasione di ritirarsi dalla politica, e segnò la vittoria elettorale del fascismo, che da qui prese in mano il potere.

Anche in occasione dell'omicidio Matteotti nel '24 la Santa Sede appoggiò Mussolini. In occasione delle celebrazioni della morte del parlamentare che aveva denunciato i brogli elettorali, le colonne dell'Osservatore romano invitavano a non dimenticarsi delle idee di quest'uomo, che non avrebbe voluto la pace, mentre alti giornali cattolici scrissero che le lacrime degli organizzatori di questa celebrazione erano “lacrime di coccodrillo”.
Dopo che Mussolini si prese personalmente la responsabilità dell'omicidio di un oppositore politico il papa pronunciò un ringraziamento verso “tutto ciò che veniva fatto per la chiesa, anche se come parziale risarcimento per danni e offese subite da molto tempo e per troppo tempo”
Dopo le leggi del fascistissime del '26 la chiesa era pronta a ricevere il compenso che le era stato promesso : i patti lateranensi.
La trattativa per questo accordo iniziò nel '25 (anche se si parla di prime trattative già nel '21) , e si concluse nel '29 , non certo senza qualche attrito. Le questione più spinose furono quella dell'educazione giovanile e quella dell' “azione cattolica”.Sulla prima Mussolini non cedette, e il papa fu costretto a sciogliere i suoi “esploratori cattolici” che confluirono nei Balilla, mentre concesse il diritto di esistenza ad “Azione Cattolica”.
Questi patti si compongono di 3 parti:un accordo internazionale, un accordo finanziario e un concordato.
Nel primo vengono fatte larghe concessioni alla chiesa, a livello economico e politico, e si sancisce con l'articolo 1 che l'Italia diventava un paese cattolico.
L'accordo finanziario fu un risarcimento per i fatti successivi al 1870 e consisteva in 750 milioni di lire più una rendita del 5% su un miliardo di lire in titoli di stato. Questo risarcimento completo, come sancisce l'articolo 2 , viene definiro dall'ex ministro del tesoro Nitti (che conosceva le finanze vaticane) “ingiustificabile”.
Il concordato faceva ampie concessioni al diritto canonico, come la parificazione del matrimonio religioso a quello civile, l'esenzione dalle tasse dei beni ecclesiastici ecc. , ma soprattutto il divieto per gli ecclesiastici di praticare attività politica.
Ciò che l'Italia ebbe in cambio fu un misero diritto a esprimere “memorie” sulla nomina di vescovi e cardinali, la riduzione delle diocesi in Italia e la chiusura definitiva della “Questione romana”.
Credo che anche ad un occhio disattento questi patti siano “Pacta iniqua” , e concedano enormi privilegi a favore dello “sconfitto”, in cambio di miseri diritti al “vincitore”.
Un'altra occasione dove la Chiesa cattolica impavidamente sostenne il fascismo ad occhi chiusi (forse non così chiusi) fu la guerra in Abissinia.
Questa venne fatta da Mussolini principalmente per la “fame di terra” dell'Italia (tanto da essere definita dal ministro Rossoni un “surrogato della riforma agraria”), terra che seppure presente in italia apparteneva a grandi latifondisti o proprio alla chiesa, e che quindi certamente non poteva essere espropriata per il bene del paese.
Così Mussolini decise di aggredire l'Etiopia , e la Società delle Nazioni condannò quasi all'unanimità l'Italia a blande sanzioni. Nello stesso momento 66 ecclesiastici firmavano un telegramma per il Duce , pubblicato sull'Osservatore romano che recitava <<L'Italia cattolica prega per la crescente grandezza della sua amata patria, che grazie al vostro governo è più unita che mai>>.
Inoltre è degno di nota il fatto che , per incitare le masse ad una guerra a cui il popolo non era così disposto, tutto il mondo ecclesiastico si spese per definire questa aggressione come giusta e necessaria, fino al papa che la definì in maniera paradossale , come “una guerra difensiva a scopo coloniale”.
Da ogni pulpito comunque i preti incitarono a fare offerte per la guerra e si resero disponibili anche a fondere le croci, e in qualche caso anche le campane come (a parole ovviamente!) fece il vescovo di San Miniato, sensibilizzando l'opinione pubblica per una guerra che sarà un fallimento per l'Italia.
In occasione della partenza per la guerra avvennero anche episodi curiosi, come la benedizioni di carri armati, aerei e navi, l'imbarcazione vicino alle bombe di ritratti della Madonna e così via, secondo la decenza cattolica.
Un episodio che però ci tengo a ricordare è quello che riguarda l'arcivescovo di Milano Schuster.
Quest'ultimo infatti, beatificato da Giovanni Paolo II, è stato ricordato pochi giorni fa da papa Ratzinger nel suo discorso a Milano (il giorno della festa della repubblica!Oltre il danno anche la beffa),dove disse
<<[...]desidero ricordare altri eccellenti Pastori più vicini a noi, che hanno impreziosito con la santità e la dottrina la Chiesa di Milano: il beato Cardinale Andrea Carlo Ferrari, apostolo della catechesi e degli oratori e promotore del rinnovamento sociale in senso cristiano; il beato Alfredo Ildefonso Schuster, il «Cardinale della preghiera», Pastore infaticabile, fino alla consumazione totale di se stesso per i suoi fedeli.[...]>>. Questo stesso Schuster non mancò in occasione della guerra in Abbisinia di benedire il duce e il suo esercito elogiandolo, e poi pronunciando una frase degna di ricordo : <<In considerazione della fatidica alleanza dell'Italia e del Vaticano, agli italiani spetta il titolo onorifico di 'collaboratori e assistenti di Dio'.Noi lavoriamo insieme a Dio in questa missione neazionale e cattolica per il bene, soprattutto in questo momento in cui sui campi di battaglia dell'Etiopia la bandiera italiana porta avanti in trionfo la croce di Cristo [...] Pace e protezione divina al valoroso esercito che al prezzo del proprio sangue apre le porte dell'Etiopia alla fede cattolica e alla cultura romana!>>
Mi chiedo dunque come sia possibile che il giorno della festa della repubblica noi permettiamo che il papa eclissi il giorno di commemorazione del nostro paese, e soprattutto lo faccia pronunciando un ringraziamento per un personaggio che a mio parere si è macchiato di una frase disumana, e che faceva parte di un'associazione, come la chiesa cattolica che ha appoggiato in maniera netta un partito che è contro il fondamento stesso della nostra costituzione. Credo che la risposta la sappiamo tutti in fondo, ma per quanto ognuno possa gridare , il brusio dell'ignoranza e degli interessi in questo paese soffocherà sempre ogni rumore, riportando tutto a quello sterile silenzio che piano piano porta all'oblio.

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